Skyrunning
Lo skyrunning è una fra le discipline sportive che prediligo di più, un po’ per la sua “rischiosità”, un po’ per il contesto in cui si sviluppa.
Correre sulle creste delle montagne, osservarne la loro bellezza, la conquista della vetta… insomma un insieme di emozioni uniche.
Per i non addetti ai lavori, lo skyrunning è stato, almeno in Italia, il successore della corsa in montagna (quella vera ndr).
Solo successivamente con l’avvento del trailrunning ha perso leggermente un po’ della sua forza propulsiva iniziale.
Lo skyrunning, nonostante la sua popolarità, è sempre stata una disciplina reputata estrema, riservata ad una nicchia ristretta, ma non troppo, di atleti amanti del rischio ed adeguatamente preparati.
Nello Skyrunning occorrono doti atletiche notevoli, serve esperienza e cultura della montagna quella vera e non del “turista per caso”.
Differentemente nel trailrunning per via della sua “elasticità” d’impiego, dalla sabbia alle montagne, lascia molta più scelta e semplicità di approccio e di conseguenza i numeri ad oggi sono ben differenti.
Gli atleti dello skyrunning vengono ammirati da tutti, grazie a quel giocare a fil di cielo o a quel inerpicarsi su pendenze al limite dell’imbrago, tanto da essere accolti con molto entusiasmo dal pubblico assiepato ai margini del tracciato gara.
Perché ho iniziato questo post dicendo che lo Skyrunning potrebbe essere cancellato dal “mondo sportivo”?
Tutto nasce dalle recenti delibere del Consiglio e della Giunta Nazionale del CONI, che hanno stabilito, secondo determinati criteri, quali siano le attività sportive riconosciute (ricordiamo che per la legge italiana, il CONI è l’unico organismo abilitato in tal senso [link]).
Lo Skyrunning, non è stato clamorosamente inserito nell’elenco delle discipline sportive riconosciute, al contrario del trail, che invece risulta tra le attività sportive approvate (al n.18 dell’elenco diramato dal CONI).
Il CONI ha infatti recepito il trail, in seguito al riconoscimento a livello internazionale, da parte della IAAF e conseguente adeguamento riconoscitivo della Federazione Nazionale di competenza (FIDAL ndr).
Tenendo conto, però, dei principi ispiratori per la diramazione della lista, delle attività riconosciute, non si capisce, ancor oggi, come possa essere stata esclusa una disciplina come lo Skyrunning.
Infatti, esiste una Federazione Internazionale – ISF, che organizza un campionato a livello mondiale in cui vi partecipano gli atleti più forti al mondo della specialità, (Kilian per citarne uno a caso).
Tale Federazione è riconosciuta e membro dell’ UIAA – Union Internationale des Associations d’Alpinisme, che annovera tra le discipline sportive lo skyrunning e che è federazione riconosciuta dal CIO e membro di SportAccord.
E in Italia ? A livello nazionale esiste una Federazione non riconosciuta (FISKY), attualmente sotto osservatorio CONI per accedere allo status di futura disciplina associata (DSA), mentre l’attività che viene svolta presso gli Enti di Promozione Sportiva, alla fine dell’anno sportivo 2017, se verrà confermata l’esclusione, andrà verso un lento ed inesorabile declino o si dovrà pensare ad altri lidi esterni da questo contesto.
Ma com’è possibile, tenendo presente di quanto sopra, che si sia creata una situazione del genere?
E’ possibile catalogarlo come “svista”, visto che altre discipline praticate in ambito UIAA, sono state inserite, Alpinismo in primis?
Nella disciplina Alpinismo, vengono tacitamente incluse le discipline UIAA ? Ed in questo caso come la prenderebbero atleti, organizzatori, simpatizzanti dello Sky? (sarebbe un po’ come dire al Taekwondo o al Karate che da domani possono solo denominarsi genericamente Arti Marziali).
Speriamo sia una questione burocratica e di tempo, legata anche alla eventuale conclusione positiva dell’iter intrapreso da FISKY. In tal caso si presenterebbero moltissime possibilità per quanto riguarda i runners outdoor e relative associazioni, ma se nella malaugurata delle ipotesi tutto questo processo si concludesse con un nulla di fatto, si potrebbero aprire diversi scenari, sia all’interno che all’esterno del mondo CONI, con grossi rischi per la stessa sopravvivenza dello sky, come disciplina sportiva.
Ovviamente noi di trailrunning.it tifiamo per la positiva conclusione, nella speranza che queste nostre semplici riflessioni siano da spunto per migliorare l’ approccio del massimo organo sportivo italiano, verso le discipline legate alla montagna o comunque sviluppate in contesti naturali.
Staremo a vedere… per ora godiamoci le manifestazioni in programma per il 2017, sul nostro calendario ne contiamo moltissime, insomma partecipando numerosi a questi eventi potremmo indirettamente contribuire alla realizzazione di un sogno dei padri dello skyrunning!
Fonte:trailrunning.it